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"La psicopandemia non è una battuta, né una invenzione degli psicologi, è una realtà, ed è a tutti evidente che c’è un onda lunga di disagio e disturbi psicologici che durerà anni ed interessa quote importanti della popolazione."
Così il presidente CNOP Lazzari, il 19 maggio.
Lo scorso aprile, tra le altre attività di pertinenza, il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha avviato una campagna di sensibilizzazione sul tema delle ricadute psicologiche della pandemia da Covid-19. Tanto per dare il giusto peso alla problematica.
Il momento storico è estremamente delicato, e non solo ‘per modo di dire’. Un momento drammatico, di quelli che la società moderna e tecnologica non ha mai sperimentato: attacchi di panico, aumento di paura, angoscia, trauma vicario e altre difficoltà psicopatologiche. Non poche saranno le ripercussioni nel futuro di ognuno di noi.
La psicopandemia, dunque, va anche analizzata.
Dai risultati preliminari di un studio condotto su un campione rappresentativo della popolazione e promosso dall’Ufficio Europeo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) dal titolo ‘Monitorare la conoscenza, la percezione del rischio, i comportamenti preventivi e la fiducia per un’efficace risposta alla pandemia‘, emerge che un italiano su tre ha evitato di andare dal medico per un problema non correlato al Covid ed oltre la metà riporta segni di malessere psicologico. Il progetto coinvolge oltre 30 Paesi e prevede una rilevazione periodica con un questionario per capire, nel corso del tempo, il modo in cui i cittadini e le comunità rispondono alla pandemia da Coronavirus che ormai da oltre un anno sta condizionando la nostra vita.
In una recente indagine del Centro Studi dell’Ordine degli Psicologi il 47% dei genitori con figli 3-14 anni evidenzia problemi emotivi, e sui bambini evidenzia stati psicologici negativi nel 62% dei casi. Tra gli adolescenti 6 su 10 dichiarano di sentirsi stressati ed uno su tre vorrebbe un supporto psicologico (Unicef 20.11.20).
Un altro studio condotto all’interno del Dipartimento di psicologia generale dell’università di Padova, con la collaborazione di alcuni ricercatori dell’l’IRCCS Santa Lucia di Roma, ha indagato gli effetti psicologici del lockdown anche sulla capacità di memoria, concentrazione, attenzione e pianificazione delle attività. I risultati pubblicati hanno evidenziato un generale peggioramento delle funzioni cognitive, accompagnato da un relativo miglioramento della memoria e una relazione tra funzionamento cognitivo e aspetti psicologici.
Indagini indipendenti effettuate in diversi Paesi sono, dunque, convergenti nel dire che una persona su tre oggi avrebbe bisogno di ascolto e sostegno psicologico, anche per evitare lo strutturarsi di disturbi più gravi e costosi. E per fortuna il buonsenso aiuta: 7 persone su 10 in questi casi preferiscono un aiuto psicologico ai farmaci (McHugh 2013). E’ dimostrata, inoltre, una maggiore e più lunga efficacia della psicoterapia per la maggior parte di queste situazioni (Huhn et al. 2014, Cuijpers et al. 2014, Lazzari 2020). E questo è un dato importante.
Gli interventi psicologici hanno una azione ristrutturante, perché promuovono le risorse delle persone, e v preventiva rispetto ad eventuali ricadute. Parliamo di differenze importanti che si apprezzano soprattutto nel medio e lungo periodo (Harryotaki et al. 2014, Zhang et al. 2018).
I dati epidemiologici al riguardo sono ancora in fase di raccolta e analisi, ma è più che verosimile che la fascia dei giovani sia stata sicuramente quella più segnata dalla pandemia. E fare psicologia a scuola non è più solo una lontana alternativa: è oggi una soluzione conreta a un problema importante.
Tuttavia, è difficile circoscrivere un problema trasversale tanto diffuso nella popolazione generale; un’ analisi completa richiede sicumente tempi più lunghi.
Se è il buonsenso che ci guida, sarà la tecnologia ad iutarci; per giungere presto alla fine di questo lungo tunnel, provati ma rinnovati, dobbiamo impegnarci ancora un pò:
La condizione di stress e anisa che tutti hanno vissuto, lo stato di solitudine forzata che è stato affrontato e che stiamo cercando di superare con la campagna di vaccinazione, deve essere superata e non andrebbe vissuta con atteggiamenti negativi o dannosi per la nostra salute (mentale e fisica); al contrario, utilizzando la tecnologia, che è a nostra disposizione in ogni momento, si possono mantenere i rapporti di amicizia e di interazione, anche se in forma virtuale. E la psicologia onlilne è una delle nuove consoldate realtà virtuali a disposizione e a supporto della collettività.
La tecnologia continuerà ad essere uno tra i primi validi supporti alla nuova vita di tutti i giorni; tanto nelle realazioni personali quanto in quelle mediche. La stessa tecnologia che ha permesso di anticipare gli sviluppi di quella telemedicina che oggi, per fortuna, può arrivare nelle case di tutti, mettendo in moto un meccanismo di integrazione che non avrà soluzione di continuità.
La telemedicina è nel quotidiano e il beneficio è innegabile.
La pandemia da Covid-19 è stata classificata come psicopandemia, perchè non limita solamente le condizioni fisiche, ma tocca la psiche di ognuno; psiche che durante questi mesi è stata estremamente coinvolta e messa alla prova; e che ha bignogno di essere curata.
La ferita che lascerà sulla psiche questa drammatica situazione non sarà facile da curare. E, purtroppo, la cicatrice sarà permanente.
Ma possiamo ancora intervenire per l’imitarne i danni.
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