Parlare di telemedicina significa parlare di dati a contenuto sanitario.
Ovvero di tutte le informazioni inerenti quello che è lo “stato di salute” del soggetto interessato e che vengono gestite dal professionista sanitario che opera come responsabile/titolare. Quei dati sensibili che rimandando alla “privacy” della persona, sono regolamentati dal GDPR. All’art. 4, paragrafo 1, n.15, il Regolamento 2016/679 riserva una chiara e specifica definizione per tale categoria di dati.
Questa particolare considerazione da parte del legislatore comunitario realizza l’importanza di avere maggior cura di un diritto fondamentale costituzionalmente garantito come quello alla salute.
La telemedicina prevede la trasmissione sicura di informazioni e dati di carattere medico necessari nel percorso dei pazienti; in diversi formati: testo, suoni, immagini o altre forme.
Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), con telemedicina si indica
l’erogazione di servizi di cura ed assistenza, in situazioni in cui la distanza è un fattore critico, da parte di qualsiasi operatore sanitario attraverso l’impiego delle tecnologie informatiche e della comunicazione per lo scambio di informazioni utili alla diagnosi, al trattamento e alla prevenzione di malattie e traumi, alla ricerca e alla valutazione e per la formazione continua del personale sanitario, nell’interesse della salute dell’individuo e della comunità.
In tema di telemedicina, dunque, non vanno assolutamente mai persi di vista i denominatori comuni che permettono la migliore gestione dell’attività; tanto per il professionista sanitario quanto per il paziente: privacy e GDPR.
I vantaggi della telemedicina
L’evidenza è innegabile: la telemedicina supporta e migliora i servizi sanitari consentendo una maggiore e migliore comunicazione tra e con i professionisti sanitari, coinvolti e interessati nel percorso di cura di un paziente.
Dunque, fare telemedicina significa assistere i propri pazienti da remoto, consultarli e visitarli; significa condividere con loro tutti i documenti di riferimento. Fare telemedicina è pressoché immediato: si abbatte il limite della distanza e quello del tempo usufruendo di uno strumento diverso.
La telemedicina, dunque, rappresenta quel ponte verso il miglioramento delle prestazioni sanitarie; il ponte tra professionista sanitario e paziente: il collegamento più che diretto.
Entrando nel merito dei benefici legati ai progetti di telemedicina se ne possono citare diversi:
Telemedicina e digital health sono di prepotenza divenuti fondamentali durante la pandemia da Coronavirus.
C’è stato, in pratica, un considerevole incentivo all’evoluzione e all’aggiornamento della telemedicina in Italia; non con la pretesa di sostituire la terapia in senso tradizionale con la terapia online, piuttosto per integrarla e darle supporto.
Il tutto sfruttando le più avanzate tecnologie esistenti ma nel pieno rispetto della Normativa vigente in tema di privacy e di trattamento dei dati.
Per la telemedicina, c’è un nuovo software online: sicuro e semplice.
Pensato e sviluppato da un team esperto che mette in primo piano il tema della sicurezza dei dati personali e la tutela della privacy.
È un software ideato per psicologi e psicoterapeuti che consente la gestione dei pazienti online, mettendo a disposizione in un’unica piattaforma servizi integrati con elevati standard di qualità.
Questo nuovo software si chiama “PSYCARE”: e permette di gestire in modo innovativo, sicuro e semplice l’incontro tra terapeuta e pazienti. Telemedicina, privacy e rispetto del GDPR sono le parola chiave di questo innovativo software per psicologi e psicoterapeuti.
Telemedicina: la classificazione
Il Ministero della Salute dà una chiara definizione per quella che noi chiamiamo telemedicina.
Proprio perché trattandosi di sfera sanitaria non si può incorrere in incertezze o errori che possano minare la sfera di tutela che deve contraddistinguere tale ambito. Dunque, secondo il Ministero della Salute, per telemedicina si intende una
modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria, tramite il ricorso a tecnologie innovative, in particolare alle Information and Communication Technologies (ICT), in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente (o due professionisti) non si trovano nella stessa località.
Sempre secondo le linee del Ministero della Salute, i servizi di telemedicina possono essere classificati in 3 grandi macro-aree:
Con il termine Teleassistenza si fa riferimento a tutti quei servizi di socio-assistenza a persone diversamente abili, presso il loro domicilio. Per farlo si usufruisce dell’uso di allarmi, attivando servizi di emergenza o di chiamate di “supporto” da parte di un centro servizi.
La Telemedicina specialistica permette ai pazienti di fruire di servizi e prestazioni a distanza nell’ambito di una specifica disciplina medica. Rientrano in questa categoria:
La Telesalute prevede un servizio di assistenza personalizzato che mette in collegamento diretto i pazienti (soprattutto quelli cronici o gli anziani) con il loro medico; li assiste nella diagnosi, nel monitoraggio dei parametri vitali e nella gestione del percorso di cura, attraverso il telemonitoraggio dei loro parametri vitali a distanza. La registrazione e trasmissione dei dati può essere automatizzata o realizzata da parte del paziente stesso o di un operatore sanitario; e questa modalità d’interazione prevede un ruolo attivo del medico e del paziente.
La telemedicina nel servizio pubblico
In Italia la normativa in vigore in tema di servizi di telemedicina il riferimento è il Decreto Legislativo n°502 del 30 dicembre 1992 “Riordino della disciplina in materia sanitaria” con le sue successive modifiche.
In base ad essa, la telemedicina non rappresenta una specialità medica separata, ma è uno strumento che può essere utilizzato per estendere la pratica tradizionale oltre gli spazi fisici abituali.
La telemedicina anche in ambito privato
Le prestazioni di telemedicina possono essere erogate anche in ambito privato, presso strutture dedicate, purché si abbiano le dovute autorizzazioni; e la regione di competenza deve autorizzarne l’esercizio. È requisito fondamentale che il professionista risulti essere iscritto all’Albo Professionale di appartenenza ed essere dunque specialista per un determinato servizio di telemedicina.
Come libero professionista, chi volesse praticare attività di telemedicina presso studio medico privato, deve attenersi a tutte le normative previste nonché ai regolamenti (sia regionali che comunali); soprattutto per quanto concerne gli aspetti di sicurezza e privacy.
È fondamentale, dunque, affidarsi ad un software che garantisca un elevato standard di sicurezza.
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