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telemedicina privacy dati personali

Nelle attività di telemedicina, la privacy e dati personali sono il cardine, oggi più che mai, intorno a cui ruota tutta la realtà lavorativa di un professionista. Ancor più per le attività in ambito sanitario.
Violare la privacy significa, in parole povere, se e quando si abbinano dati personali, ovvero i cosidetti “dati sensibili e privati” ad una specifica persona; o anche quando si entra in possesso di informazioni personali senza l’autorizzazione del proprietario di quei dati. Anche e soprattutto quando si esercita avvalendosi del supporto del teleconsulto.

Sappiamo bene che, alla base della maggior parte dei software delle applicazioni di messaggistica online, c’è il monitoraggio: sinonimo di rilevazione, osservazione, controllo. Della maggior parte per non dire di tutti i software. Insomma, “solo ciò che non si fa, non si sa”. Con le dovute eccezioni, ovviamente. Anche le piattaforme che promettono di mantenere la privacy e tutealre i dati personali, tracciano gli utenti. Ma, attenzione, essere tracciati non equivale a dire che sia stata violata la privacy dell’utente in questione.

Il problema esplode se (per la telemedicina) la privacy, e i dati personali, sono quelli di un professionista sanitario, depositario anche dei dati personali dei suoi pazienti. Privacy che, secondo il Regolamento generale per la protezione dei dati personali (GDPR), è sottoposta – giustamente – a tutela particolarmente severa, ancor più in teleconsulto.

Sicuramente, tanto i pazienti quanto i professionisti sanitari, sono sempre più ben disposti verso questo tipo di applicazioni che, grazie alla telemedicina, permettono di gestire la psicoterapia online. Applicazioni che facilitano la conversazione e riducono in maniera considerevole i tempi (di spostamento, di attesa). Insomma, fanno sì che ci si possa incontrare anche se fisicamente lontani o impossibilitati a farlo. Ma la telemedicina presuppone la condivisione della privacy e dei dati personali. Le applicazioni di questo tipo avvicinano, insomma, anche quando è (o sembra) impossibile.

telemedicina privacy dati personali

Le sempre più aggiornate tecnologie e i nuovi strumenti di comunicazione che supportano la telemedicina, sono a disposizione di un numero sempre più ampio di utenti. E hanno indubbiamente migliorato il rapporto tra professionista sanitario e paziente. La disponibilità di servizi sempre più efficienti, anche in termini di risposta alle crescenti necessità degli utenti, costituisce la concreta opportunità di evoluzione del concetto di sanità. Oggi intesa come nuova dimensione. Tuttavia, anche in telemedicina, tanto la tutela della privacy e dei dati personali quanto il principio deontologico afferente alla segretezza professionale, possono essere compromessi.

La tutela dei dati personali: la prima regola per fare telemedicina

L’era del digitale si caratterizza, in questo fondamentale aspetto, per la presenza di un nuovo protagonista: il fornitore del servizio di connettività, la piattaforma di cui il professionista si serve, per intenderci, per mettere in pratica la telemedicina. In diversi casi (per non dire molti), i termini del trattamento della privacy e quindi dei dati personali non sono sempre trasparenti. La privacy, dunque, potrebbe essere a rischio. È importante, dunque, aver ben chiari i punti di contatto tra telemedicina, privacy e GDRP.

Nel 2020 appena trascorso si solleva il polverone ed esplode la problematica; in piena pandemia il tutto diventa tanto emblematico, quanto preoccupante. Le necessità cambiano, e anche le abitudini. E, inevitabilmente, fortunatamente, la telemedicina è immediatamente disponibile. Con le opportune considerazioni.

Il rapporto di Federprivacy stima una media di 145 mila euro in sanzioni riconducibili alla violazione della privacy (settore Internet & E-Commerce) in tema di violazioni riconducibili ai dati personali. Senza sottovalutare il rischio che i pazienti propongano (a pieno titolo) azioni legali in sede di richiesta di risarcimento dei danni. Tanto in termini economici quanto professionali, c’è poco da scherzarci su.

Il nuovo software di telemedicina: PSYCARE     

La pubblicità di queste sanzioni/decisioni deve allertare gli operatori sanitari sui loro obblighi; e, soprattutto, sulla necessità di rafforzare la loro vigilanza sulle misure di sicurezza applicate ai dati personali che elaborano. L’obiettivo sarà portarli a scegliere nuove soluzioni applicative; soluzioni che offrano, insieme alla possibilità di fare le massime garanzie in termini di sicurezza informatica e protezione dei dati personali. 

Più che un semplice incoraggiamento il monito è di essere cauti durante lo sviluppo e la configurazione del proprio sistema IT interno, circondandosi, se necessario, di fornitori di servizi competenti.

C’è un nuovo software online: sicuro e semplice. Pensato e sviluppato da un team esperto che mette in primo piano, nella gestione delle attività di telemedicina, il tema della sicurezza dei dati personali e la tutela della privacy. È un software ideato per psicologi e psicoterapeuti che consente la gestione dei pazienti online, mettendo a disposizione in un’unica piattaforma servizi integrati con elevati standard di qualità: si chiama PSYCARE. Ha una gestione delle sedute di psicoterapia online più sicura e più semplice. E abbatte la concorrenza.

Questo nuovo software, esclusivo per Psicologi e Psicoterapeuti, permette di gestire in modo innovativo, sicuro e semplice l’incontro tra terapeuta e pazienti. 

  • Telemedicinaprivacy e tutela dei dati personali, nel pieno rispetto del GDPR  sono i punti di forza di questo innovativo software.
  • Non è  necessario installare alcun software o scaricare alcuna App.
  • Non c’è un limite di tempo alla durata delle videochiamate
  • È sufficiente un dispositivo abilitato alla connessione dati (smartphone, tablet o pc)
  • Contempla una sala d’attesavirtuale e una stanza virtuale dedicata
  • I link per le videochiamate sono generati automaticamente
  • Il software è in italiano come il supporto, disponibile anche online

Facciamo, nella tabella che segue, un confronto con alcune delle applicazioni/software più diffuse e conosciute per la gestione delle videochiamate; è importante conoscere i servizi offerti da ognuna per poter fare una scelta più obiettiva.

  TABELLA COMPARATIVA CON ALTRE APP DI VIDEOCHIAMATA/CHAT

Servizio PsyCare WhatsApp Skype Zoom Gmeet
Piattaforma dedicata per Psicologi e Psicoterapeuti              ✗      ✗     ✗      ✗ 
Nessuna necessità di installare software      ✓         ✗      ✓           ✓ 
Conformità al GDPR               ✗      ✗*    ✗*      
Registro del trattamento precompilato (GDPR)      ✓         ✗      ✗     ✗      ✗ 
Firma Digitale Integrata
(firma documenti online senza stampare nulla, come ad es. il Consenso Informato)
     ✓         ✗      ✗     ✗      ✗ 
Pagamenti online integrati
(anche tramite l’invio di un SMS/email)
     ✓         ✗      ✗     ✗      ✗ 
Stanza Virtuale
(link univoco di accesso per ogni paziente)
     ✓         ✗      ✗     ✗      ✗ 
Sala d’attesa con persoanlizzazione del setting online per ogni paziente      ✓         ✗      ✗    ✗     ✗
Lavagna Virtuale ottimizzata per la Draw Therapy
(personalizzabile, disponibile online e offline)
              ✗      ✗     ✗      ✗ 
Genogramma
(personalizzabile, disponibile online e offline)
     ✓             ✗    ✗     ✗
Agenda online integrata con funzione promemoria e chiamata diretta      ✓         ✗      ✗     ✗      ✗ 
Verifica qualità audio/video e stabilità connessione      ✓         ✗      ✗           ✗ 
Personalizzazione dell’invito alla seduta online      ✓         ✗      ✓     ✓      ✗ 
Gestione dei pazienti e storico delle sedute integrate      ✓         ✗      ✗     ✗      ✗  

✓  Funzionalità disponibile.
✗  Funzionalità non disponibile.
✗* Funzionalità non pienamente supportata per dati sanitari.
Per ulteriori informazioni visitare il sito di riferimento.

Il caso di WhatsApp: se la privacy è poco chiara

Le informazioni sanitarie, nonché tutti i dati personali, noti anche come dati sensibili, devono essere tutelati nel pieno rispetto della normativa vigente.  

Un esempio su tutti, il più comune: WhatsApp, 2 miliardi (circa) di utenti. Una delle applicazioni informatiche di messaggistica istantanea centralizzata tra le più usate. 

Le nuove condizioni di utilizzo dichiarano che i dati personali raccolti in forma anonima con WhatsApp entrano a fare parte del diritto di proprietà di Facebook. Sono memorizzati anche su server posti fuori dell’Unione europea; in molti casi a scopo funzionale per garantire la ridondanza del servizio, così che continui a funzionare in caso blocchi. I server, se gestiti in modo opportuno, dovrebbero comunque adeguarsi alle leggi del Paese nel quale sono generati i flussi di traffico.

Tutto sembrerebbe in contrasto con la vigente normativa relativa al trattamento dei dati. Il GDPR fuga ogni dubbio, parla chiaro e non transige. Il paziente deve essere doverosamente informato su queste transazioni di informazioni; i suoi diritti di protezione della privacy devono essere agevolati nella maniera più efficace ed esplicita possibile.

Stando a quanto dichiarato, per i cittadini italiani e Ue, però, sembrerebbero non esserci cambiamenti. L’informativa WhatsApp, però, risulta poco chiara; per questo motivo il Garante privacy (ad oggi) è pronto a intervenire per tutelare gli utenti italiani. E le associazioni per la tutela dei consumatori seguono la vicenda.

Il Garante non ritiene che i termini di servizio di WhatsApp, gli aggiornamenti e la normativa di Privacy rendano possibile per gli utenti evincere quali siano le effettive modifiche. Gli utenti WhatsApp non possono, dunque, manifestare una volontà libera e consapevole. In effetti, a leggerle tutte da smartphone, ci si mette un bel pò.  Spesso si desiste, a dirla tutta.

In tema di violazioni dei dati sanitari una notizia tra le più recenti spinge a fare una riflessione in più quando si tratta di dati personali. Nel dicembre 2020, la CNIL (Commission nationale de l’informatique et des libertés) ha multato due professionisti sanitari per non aver protetto in modo sufficiente i dati personali dei loro pazienti; e, inoltre, non aver notificato una violazione dei suddetti dati personali.

Le altre app disponibili

WhatsApp

WhatsApp (formalmente WhatsApp Messenger) è un’applicazione informatica di messaggistica istantanea centralizzata. WhatsApp consente di effettuare chiamate solo attraverso dispositivo mobile, smartphone o tablet .Whatsapp può essere utilizzato solo via App mobile. WhatsApp Web consente di connettersi a WhatsApp tramite browser, ma in questa modalità non possono essere effettuate videochiamate

  • Sia tu che il paziente dovrete installare l’apposita App
  • Hai bisogno del numero di telefono del paziente per poterlo contattare (questi dati potrebbero differire da quelli con i quali il paziente ha prenotato la visita)
  • Non puoi generare in anticipo alcun link per la videochiamata
  • Non puoi effettuare test preliminari della funzionalità di audio/video e stabilità della connessione; eventuali problemi tecnici saranno rilevabili solo durante la videochiamata vera e propria
Skype

Skype è un software proprietario freeware di messaggistica istantanea e VoIP. Sono state  accentuate le potenzialità di messaggistica per uso aziendale, a scapito della qualità multimediale; ciò può generare rallentamenti o problemi di sincronizzazione tra audio e video molto sgradevoli durante la chiamata.

  • Puoi utilizzare Skype online senza installarlo solo sui browser Microsoft Edge o Google Chrome.
  • Hai bisogno di un riferimento telefonico o email del paziente per poterlo contattare (questi dati potrebbe differire da quelli con i quali il paziente ha prenotato la visita)
  • Non puoi generare in anticipo alcun link per la videochiamata 
  • Non puoi effettuare test preliminari della funzionalità di audio/video e stabilità della connessione; eventuali problemi tecnici saranno rilevabili solo durante la videochiamata vera e propria
Zoom

Zoom è un programma software di videotelefonia sviluppato da Zoom Video Communications . Il piano gratuito fornisce un servizio di chat video che consente fino a 100 partecipanti contemporaneamente, con un limite di tempo di 40 minuti. 

  • Il sito Zoom è disponibile solo in lingua inglese, pertanto anche il Supporto risponde solo in questa lingua
  • Nella sua versione gratuita consente di effettuare videochiamate della durata massima di 40 minuti: pertanto, se deciderai di utilizzare questo strumento, assicurati di impostare per il servizio di Consulenza Online una durata che non superi questo limite. In alternativa, puoi attivare un abbonamento a pagamento alla piattaforma: per conoscere i costi vai alla pagina dedicata sul sito Zoom
  • Non puoi effettuare test preliminari della funzionalità di audio/video e stabilità della connessione; eventuali problemi tecnici saranno rilevabili solo durante la videochiamata vera e propria
  •  Dovrai creare manualmente, per ciascun paziente, il link per effettuare la chiamata e condividerlo con l’interessato
Gmeet

Google Meet è un’applicazione di teleconferenza sviluppata da Google. Chiunque disponga di un Account Google può creare gratuitamente una riunione video e invitare fino a 100 partecipanti, per una durata massima di 60 minuti a riunione. Per funzionalità aggiuntive, come i numeri internazionali per accedere alla riunione, la registrazione della riunione, il live streaming e i controlli amministrativi, è necessario consultare piani e prezzi. Non consente di chattare con il paziente durante la videochiamata. 

  • Non è necessario installare programmi o App aggiuntive, ma sia tu che il paziente dovete avere il browser Google Chrome installato e un Account Google attivo
  • Meet è disponibile solo in lingua inglese e solo per gli account con abbonamento
  • Puoi rendere parzialmente automatico il processo di generazione automatica del link da inviare al paziente

Telemedicina: la corretta informazione è garanzia di qualità

Quali sono, dunque, gli aspetti piu delicati ai fini della privacy nella telemedicina? Cosa deve fare lo psicoterapeuta?  La risposta appare fin troppo semplice.
Il professionista sanitario deve cambiare strada; orientarsi esclusivamente verso l’utilizzo di software appositamente dedicati, sia di messaggistica istantanea che di videochiamata; fare riferimento, insomma, a piattaforme per fare terapia online.
E se il medico ha introdotto nuovi sistemi di comunicazione (diversi quindi dal classico incontro, come avviene per la 
telemedicina) deve aggiornarsi anche in tema di privacy dati personali; prima di utilizzarli, deve  ottenere il consenso informato dalle persone coinvolte. Sul sito del GDPR, disponibili tutti i riferimeti in merito all’Applicazione e definizione delle sanzioni amministrative, in base alle previsioni del Regolamento (UE) 2016/679.

È fondamentale che ottemperi a garantire una adeguata informativa verso i pazienti; è necessario, in telemedicina come in ogni contesto sanitario, tutelare i loro dati personali e quindi aggiornare tutti i documenti relativi alla gestione della loro privacy. Deve preferire, dunque, per attività di telemedicina, software quanto più possibile aggiornati in merito al tema della privacy e del trattamento dei dati personali. Ancora meglio, scegliere un software di ultima generazione, sviluppato proprio per le necessità della specifica professione. Software che possa, insomma, essere di supporto alle attività di telemedicina  e garantire, in modo adeguato, il rispetto della privacy e la tutela dei dati personali

Non vale la pena correre il rischio di rimetterci, oltre al portafoglio, anche la faccia.